Franco Muolo

Pubblicata da

"La Gazzetta del Mezzogiorno"

il 20 maggio 2000

 
Da noi esistono ancora le pietre "AUF"


"Grandi peccatori, grandi cattedrali", così "tuonava" il titolo di un libro di Cesare Marchi oltre un decennio fa. Vi si leggeva che nell'epoca medievale le autorità ecclesiastiche, prima di dare corso alla costruzione di una chiesa, provvedevano a far attaccare apposite cassette sul recinto dell'area prescelta per le fondamenta sulle quali era ben evidenziata la scritta "AUF" (Ad Usum Fabricae), per invitare i passanti a depositare l'obolo quale contributo per portare a termine il sacro edificio.
Presumibilmente le chiese allora venivano erette con i proventi dei "grandi peccatori", ma di fatto venivano realizzate con la fatica di una moltitudine di operai "scalpellini" addetti alla lavorazione della pietra locale, anche questa "auf" (termine dialettale equivalente a sbafo, gratis, senza alcun costo).
Fino a qualche decennio addietro con la pietra locale si lastricavano le strade dei centri storici; si cordonavano i marciapiedi delle nuove strade urbane; archi, stipiti, soglie, mostre, fregi, gattoni e lastre di davanzali e balconi ornavano le case private ed i pubblici edifici; cappelle funerarie, cippi, argini e pareti a secco lungo le strade, persino le basole di alloggiamento dei chiusini dell'acquedotto, erano fatti in pietra locale lavorata a mano. Insomma tutti quei pezzi d'opera per durare in eterno (come le chiese) il cui materiale era abbondantemente disponibile nel territorio circostante.
Oggi, però, salvo qualche coraggiosa eccezione (come l'impiego della locale pietra di Apricena nella costruzione delle grandi arcate della nuova basilica di Padre Pio in San Giovanni Rotondo), non solo la pietra locale è stata emarginata (è più facile macinarla per mescolarla ai terreni agricoli), ma addirittura l'amministrazione comunale di Bari preferisce ritagliare con l' "estraneo" travertino romano perfino le targhe per la nuova toponomastica stradale.
Sarà perché economicamente non conviene "formare" squadre di scalpellini come quelli che esistevano una volta, o forse perché si è dimenticato che sul nostro territorio esistono ancora oggi quelle pietre "auf"?