"Grandi peccatori, grandi cattedrali",
così "tuonava" il titolo di un libro di Cesare
Marchi oltre un decennio fa. Vi si leggeva che nell'epoca medievale
le autorità ecclesiastiche, prima di dare corso alla costruzione
di una chiesa, provvedevano a far attaccare apposite cassette sul
recinto dell'area prescelta per le fondamenta sulle quali era ben
evidenziata la scritta "AUF" (Ad Usum Fabricae), per invitare
i passanti a depositare l'obolo quale contributo per portare a termine
il sacro edificio.
Presumibilmente le chiese allora venivano erette con i proventi
dei "grandi peccatori", ma di fatto venivano realizzate
con la fatica di una moltitudine di operai "scalpellini"
addetti alla lavorazione della pietra locale, anche questa "auf"
(termine dialettale equivalente a sbafo, gratis, senza alcun costo).
Fino a qualche decennio addietro con la pietra locale si lastricavano
le strade dei centri storici; si cordonavano i marciapiedi delle
nuove strade urbane; archi, stipiti, soglie, mostre, fregi, gattoni
e lastre di davanzali e balconi ornavano le case private ed i pubblici
edifici; cappelle funerarie, cippi, argini e pareti a secco lungo
le strade, persino le basole di alloggiamento dei chiusini dell'acquedotto,
erano fatti in pietra locale lavorata a mano. Insomma tutti quei
pezzi d'opera per durare in eterno (come le chiese) il cui materiale
era abbondantemente disponibile nel territorio circostante.
Oggi, però, salvo qualche coraggiosa eccezione (come l'impiego
della locale pietra di Apricena nella costruzione delle grandi arcate
della nuova basilica di Padre Pio in San Giovanni Rotondo), non
solo la pietra locale è stata emarginata (è più
facile macinarla per mescolarla ai terreni agricoli), ma addirittura
l'amministrazione comunale di Bari preferisce ritagliare con l'
"estraneo" travertino romano perfino le targhe per la
nuova toponomastica stradale.
Sarà perché economicamente non conviene "formare"
squadre di scalpellini come quelli che esistevano una volta, o forse
perché si è dimenticato che sul nostro territorio
esistono ancora oggi quelle pietre "auf"?