Franco Muolo

Pubblicata da

"La Gazzetta del Mezzogiorno"

il 29 ottobre 2000

 
Se un giorno un turista giungesse nella settima meraviglia di Puglia


Se un turista straniero gironzolasse dalle nostre parti, dopo aver risalito lo scalone di accesso e prima di introdursi nella sala consiliare del comune di Fasano, si soffermasse un attimo al centro del corridoio d'ingresso, e volgesse lo sguardo leggermente in alto prima a sinistra e poi a destra, ammirerebbe due bellissime gigantografie (rispettivamente, la marina di Savelletri colma di barche e la collina della Selva piena di trulli) che meglio non potevano rappresentare le peculiarità del territorio.
Se poi lo stesso vacanziere giungesse a Monopoli, e dall'alto dei bastioni del castello di Carlo V°, incernierato su cala Porto vecchio, puntasse gli occhi verso le vicinissime e dolci colline ancora inondate di un sole cocente (e che di questi tempi a sprazzi sono odorose di funghi, frantoi già aperti, vecchie uve da tavola protette e giovani mosti) sono convinto si sentirebbe come se, stando a bordo di una nave, stesse per toccare terra dopo un lungo viaggio in mare.
Se infine il nostro viaggiatore avesse anche la necessaria fortuna di visitare la grotta più bella di Polignano, incuneata nel mezzo di un costone roccioso a picco sul mare azzurro, credo che raggiungerebbe il massimo della felicità, anche se, nello stesso tempo, temo che incomincerebbe a chiedersi se si tratti della realtà oppure di un sogno ad occhi aperti.
Queste tre cittadine, situate in un arco di appena 25 chilometri, rappresentano una delle più significative meraviglie della terra di Puglia, che, se integrate insieme alle altre nove consimili del circondario (Conversano, Turi, Castellana Grotte, Putignano, Noci, Alberobello, Martina Franca, Locorotondo e Cisternino), per un totale complessivo di circa 300mila abitanti, formerebbero un comprensorio unico al mondo, dotato di mare e monti, lame e grotte, macchie e boschi, seminativi e mandorleti, vigneti ed uliveti, cantine e trappeti, trulli e masserie, chiese e conventi, pascoli e stalle e castelli, tutte unite da una gran voglia di fare delle loro sagre millenarie e del turismo l'emblema caratterizzante dello sviluppo dei loro sostenitori.
E, allora, perché non mettersi insieme e lavorare fattivamente per "gridare" il riconoscimento della "settima" meraviglia di Puglia, che ci spetterebbe da secoli, ma che basterebbe solo ci venisse riconosciuta ora, come settima provincia pugliese, "Mare, Monti, Trulli e Grotte", visto che prima o poi dovrebbe diventare realtà la "sesta", quella dell'Ofanto?