Franco Muolo

Pubblicata da

"La Gazzetta del Mezzogiorno"

l'11 dicembre 2000

 
Quant'è saporita la Puglia (meglio tardi che mai)


Durante i primissimi anni Sessanta ricordo che mio nonno, quando gli veniva la voglia di mangiare da re, era solito frequentare l'allora famosissima cantina "Fantasia" di Monopoli (già ubicata alla fine della via Ricasoli, ad angolo con l'alveo del torrente S. Donato), dove ogni sabato sera si servivano "cagghiuppi" di puledro al sugo, accompagnati da corposi primitivi di Turi. Mentre il venerdì sera, per gustare il fritto di "amrosche", pescate sottocosta dalle "lenze" nel primo pomeriggio, bisognava recarsi in quella più centrale, denominata "Pirchio" (a metà strada della via Rattazzi).
Nella stessa zona "fumavano" ogni giorno anche alcuni forni a legna ("Furnidd", "Santa Lucia"), nei quali venivano condotti a cuocere pezzi di pane, taralloni scottati e focacce, preventivamente impastati e "marchiati" a casa dalle nonne, e sistemati su assi di legno per trasportarle rigorosamente a piedi.
Rispolverati dalla mia memoria questi ricordi, e condividendo appieno l'editoriale della "Gazzetta" di domenica 3 dicembre ("Prendiamoli tutti per la gola"), devo dire che finalmente stiamo riscoprendo l'autentica e antica vena gastronomica di Puglia. Senza dubbio è stato un bene aspettare occasionali assaggi di un pezzo di "baguette" o di un bicchiere di "beaujolais nouveau" francesi, per scoprire che il nostro pane o uno qualsiasi dei nostri vini novelli non hanno proprio niente da invidiare ai produttori d'Oltralpe. Meglio tardi che mai!