Durante i primissimi anni Sessanta ricordo
che mio nonno, quando gli veniva la voglia di mangiare da re,
era solito frequentare l'allora famosissima cantina "Fantasia"
di Monopoli (già ubicata alla fine della via Ricasoli,
ad angolo con l'alveo del torrente S. Donato), dove ogni sabato
sera si servivano "cagghiuppi" di puledro al sugo, accompagnati
da corposi primitivi di Turi. Mentre il venerdì sera, per
gustare il fritto di "amrosche", pescate sottocosta
dalle "lenze" nel primo pomeriggio, bisognava recarsi
in quella più centrale, denominata "Pirchio"
(a metà strada della via Rattazzi).
Nella stessa zona "fumavano" ogni giorno anche alcuni
forni a legna ("Furnidd", "Santa Lucia"),
nei quali venivano condotti a cuocere pezzi di pane, taralloni
scottati e focacce, preventivamente impastati e "marchiati"
a casa dalle nonne, e sistemati su assi di legno per trasportarle
rigorosamente a piedi.
Rispolverati dalla mia memoria questi ricordi, e condividendo
appieno l'editoriale della "Gazzetta" di domenica 3
dicembre ("Prendiamoli tutti per la gola"), devo dire
che finalmente stiamo riscoprendo l'autentica e antica vena gastronomica
di Puglia. Senza dubbio è stato un bene aspettare occasionali
assaggi di un pezzo di "baguette" o di un bicchiere
di "beaujolais nouveau" francesi, per scoprire che il
nostro pane o uno qualsiasi dei nostri vini novelli non hanno
proprio niente da invidiare ai produttori d'Oltralpe. Meglio tardi
che mai!