Venerdì, 8 dicembre 2010, giorno festivo
dell'Immacolata Concezione, l'orologio della Stazione fra alcuni
secondi scoccherà le ore tredici e venti: l'Eurostar Brindisi
Bari viaggia ad altissima velocità sul binario sinistro
in direzione nord (lato a monte del moderno raddoppio ferroviario,
inaugurato appena cinque anni fa), sfreccia paurosamente inclinato
sulla doppia curva che attraversa la città all'altezza
della via Cappuccini, alla ridotta velocità di appena (si
fa per dire) 150 km/ora. A questo punto, non si sa ancora per
quale motivo, deraglia dalla sua sede andando a cadere con tutto
il suo carico umano nel mezzo dell'ipermercato, fatalmente denominato
"Icarus", nei pressi della "Casa del Serpente",
seminando terrore, distruzione e morte nel cuore della città
di Monopoli.
Chiedo umilmente scusa per aver turbato per un attimo la tranquillità
dei miei concittadini, e faccio gli scongiuri acciocché
la mia suddetta fantasiosa (ma verosimile) notizia di cronaca
non si avveri mai. Credo, però, che le civiche amministrazioni
dei Comuni di Mola di Bari, Polignano a Mare e Monopoli dovrebbero
insorgere e alzare le barricate nei confronti delle Ferrovie dello
Stato S.p.A., ora che si è in tempo, affinché non
svendano i propri territori in cambio della costruzione di tre
o quattro sottopassaggi, in alternativa della soppressione delle
barriere a livello.
Detto questo, rilevo (osservando una qualsiasi cartina automobilistica)
che anche l'occhio di un inesperto potrà essere impressionato
dal fatto che la tratta ferroviaria Bari-Brindisi, se si escludono
le due città capoluogo di provincia, spacca in due parti
perfettamente uguali soltanto i centri urbani dei Comuni suddetti.
Se gli accordi con le FS saranno concretizzati, non uno ma due
treni per volta sempre più veloci (e sempre più
carichi di scalmanati che lanciano oggetti assassini) passeranno
in continuazione e sempre di più sulle nostre teste. Senza
contare che da queste parti la notte (solitamente fatta per dormire)
viene liberamente usata dalle Ferrovie per il transito di lentissimi
treni merci che mantengono in funzione e con insistenza, chissà
perché, i loro avvisatori acustici.
Posto che già ora in questi centri non tutti i convogli,
in prossimità delle stazioni, effettuano rallentamenti
adeguati, come si fa per le fermate obbligatorie, chi ci assicura,
una volta raddoppiata la linea, che altri treni pendolini o intercity
non sfrecceranno velocissimi e con sempre più frequenza?
Non è stato previsto (come viene spesso proclamato da più
parti) che questo tratto di Puglia (con i suoi sempre più
attrezzati scali marittimi) sarà il ponte di lancio dell'Europa
verso i Paesi situati sull'altra sponda del Mar Mediterraneo?
Non sono forse maturi i tempi per la costruzione di una linea
direttissima alternativa, per esempio Torre a Mare-Egnathia, che
eviti i centri abitati dei tre Comuni in questione? O aspetteremo
che anche le linee ferrate, come le strade statali meno importanti
fra qualche anno, passino sotto l'ombrello gestionale della Regione,
prima di intervenire fattivamente? Si potranno con il nascente
federalismo risolvere delicate questioni come questa scaricandole
sul groppone degli Enti Locali?
Credo che se non si fa presto a "fare squadra" per la
ricerca di una radicale soluzione anche di questo gravissimo problema,
fra pochi anni, potremmo dover subire la maledizione dei nostri
figli per l'aver consentito passivamente simili soprusi. E credo
fermamente che sindaci ed ex sindaci, assessori, consiglieri di
maggioranza o di opposizione, e quant'altri, farebbero bene a
smettere di litigare solo per far valere le opinioni basate su
logiche elettorali, che sono validissime quando si formulano programmi
o quando si fanno delle scelte chiare, ma che non sono giustificate
quando si tratta di tutelare la incolumità di tutti i cittadini,
l'integrità ed il corretto sviluppo degli agglomerati urbani,
e dei territori circostanti che, guarda caso, appartengono pur
sempre alla collettività amministrata.