Franco Muolo

Pubblicata da

"La Gazzetta del Mezzogiorno"

l'11 giugno 2001

 
Terra "toccata da Dio"

Molti profughi extracomunitari si sono ormai radicati nel nostro territorio, abitando in masserie e accudendo a lavori agricolo-zootecnici. Se si volesse avere un'idea precisa di come sia apparsa la nostra terra agli occhi di un albanese, curdo, cinese o, comunque, ad uno qualsiasi di quei fuggitivi, scaricati sulle nostre spiagge da scafi e carrette del mare, occorrerebbe, per prima cosa, immedesimarsi nelle loro condizioni e poi farsi un giro, rigorosamente a piedi e scegliendo una giornata serena, lungo una zona della nostra fascia costiera.
Possibilmente il giro dovrebbe avvenire all'interno di quel magnifico "quadrilatero", situato fra le marine di "S. Vito" di Polignano e "Costa Merlata" di Ostuni, fra la battigia e l'inizio della scarpata pedecollinare. Largo appena dai cinque ai sei chilometri. Perfettamente olivetato, intriso di lame, masserie e da un chilometrico reticolo di muretti a secco di pietra calcarea ingrigita da secoli.
Si provi a camminare sull'arenile già dalle prime luci dell'alba. C'è un istante in cui uno spicchio di sole, timidamente aranciato, comincia a spuntare dall'orizzonte, trasformandosi pian piano in un'enorme palla rossa di fuoco. E' allora che si capisce subito perché il Padreterno, dopo aver copiato idealmente una zona del Paradiso, abbia scelto una giornata simile per plasmare di fascino questa parte della Puglia. E' la luce iridescente del sole, sciabolante sulla calma piatta dell'acqua del mare, e inondante di energia vitale prima la spiaggia e poi il suo entroterra, che dà l'impressione che la costruzione del pianeta fosse iniziata in quel preciso istante. Spettacolo che si ripete ogni volta, da millenni, in ognuna di quelle mattinate.
Si continui a girovagare nell'adiacente, fitta e sterminata distesa di oliveti, zigzagando fino a ridosso del leggero crinale, intriso di odorosa macchia mediterranea, ricca di lecci, lentischi, fragni e corbezzoli. Ci si troverà davanti ad una dimostrazione pratica degli stupefacenti effetti provocati da secoli dalla luce divina sugli oliveti: cascami di bianchi piccolissimi fiori drupacei e foglie verdi argentate dal vento, avviluppati a fasci rivolti all'ingiù E gli stessi boccioli esausti caduti sul terreno sottostante sembrano dare un tocco regale all'ambiente.
La vista di quell'abbagliante spettacolo della natura, presumo, dev'essere stata la ragione principale perché tanti immigrati hanno deciso di restare dalle nostre parti. Scegliendo di lavorare all'aria aperta e rinunziando al veloce tornaconto, che soltanto stando al chiuso di una fabbrica del Nord'Europa avrebbero potuto conseguire.