Anche i comuni di Monopoli e Conversano,
finalmente, hanno preso coscienza della necessità di tutelare
i muretti a secco di pietra calcarea che, oggi, generalmente ignorati
dai proprietari dei fondi limitrofi o in molti casi da questi
condannati a finire macinati in una tramoggia semovente per poi
essere mescolati nel terreno, a stento riescono ancora a sopravvivere
sui ridenti e invidiati territori pugliesi, in particolare nel
Sudest barese.
Qualche anziano contadino delle nostre parti sicuramente ricorderà
che, mezzo secolo fa, un terreno agricolo situato in zona svantaggiata
o lontana dal centro abitato, non si usava venderlo soltanto al
prezzo di "tomoli" o "stoppelli", ma anche
in base alla lunghezza della parete confinante con il fronte stradale.
Prescindendo, in molti casi, addirittura dalla sua consistenza
superficiaria. Insomma, più lungo era il muretto a secco,
localizzato sulla pubblica via, più ne aumentava il valore.
Chissà, forse anche per questo motivo curavano meglio la
fattezza di quelle antiche recinzioni disposte lungo le carreggiate
polverose dell'agro. Mentre meno importanza attribuivano all'estetica
di quelle che racchiudevano i poderi, cosiddetti "chiusure",
privi d'accesso diretto con la strada comunale.
Allora, però, molti Comuni della Puglia, giustamente, applicavano
una tassa a carico dei proprietari di quei terreni agricoli, il
cosiddetto "contributo di miglioria", in particolare
quando veniva costruita una nuova strada. Quegli stessi contadini
costruivano e/o curavano scrupolosamente la manutenzione dei loro
bellissimi muretti a secco e, in compenso, le civiche amministrazioni
mantenevano pulite le banchine laterali e davano più "visibilità"
ai lavori di manutenzione dell'intero corpo stradale.
Invece le amministrazioni odierne, che applicano ben altro consistente
tipo di tassazione, sembra abbiano preso l'abitudine a far bitumare
soltanto l'area strettamente carrabile di quelle strade. Poche
ormai pensano a far decespugliare e bonificare le aree accessorie
fuoristrada, talvolta veri e propri depositi abusivi di materiali
da costruzione e rifiuti d'ogni genere.