Lasciare la campagna?
Forse aveva ragione mio padre
Mio padre, negli ultimi anni della sua
vita, era solito ripetere: ricordatevi figli miei, se un giorno
l'uomo smetterà di coltivare la terra, sostituito dalla
macchina e dalla chimica (fu sempre contrario all'impianto di
ogni tipo di serra), l'ambiente potrebbe subire gravi conseguenze.
Tuttavia, ha lasciato sempre che ognuno scegliesse il proprio
mestiere. Naturalmente nessuno di noi ha mai scelto di "stare
nella terra". Certo, dopo avere visto e convissuto le condizioni
contadine di quasi mezzo secolo fa e nel pieno della giovinezza,
come si faceva a scegliere il "mestiere della terra"?
Ricordo che allora i campi si raggiungevano a piedi, oppure in
bicicletta o al massimo con una moto "Ducati 65". Solo
verso la fine degli anni "cinquanta" incominciarono
ad apparire, da noi, le prime utilitarie Fiat (cinquecento e seicento),
il cui possesso era alla portata solo di chi poteva permettersi
il pagamento del prezzo a rate e firmando il fatidico "cambialone"
di fine anno. La solvibilità era naturalmente legata all'esito
favorevole della vendita delle primizie orticole della stagione
estiva; nel caso contrario si pagavano gli interessi per avere
diritto al rinnovo ed aspettare l'annata buona.
Questi ricordi mi sono sobbalzati in mente, improvvisamente, leggendo
il lucido ed impressionante articolo di Giovanni Visconti, presidente
dei Centri di azione agraria, apparso in data 11 marzo u.s. sulla
Gazzetta, con cui veniva auspicato il ritorno alla "natura"
per far rivivere il "vero" valore della terra nell'era
di Internet. Mi è bastato leggere, dopo qualche giorno,
l'articolo di Lorenzo Ciccarese, dell'Agenzia nazionale per la
protezione dell'ambiente, per ritornare drasticamente nella realtà.
Non tanto per prendere coscienza della gravissima trasformazione
in atto della terra di Puglia, che si va "salificando"
sempre di più, quanto per scoprire che dagli Stati Uniti
sta per arrivare una nuova macchina, il "Mess", capace
di diagnosticare addirittura la "fragilità" di
un terreno, allo scopo di rivoluzionarne tutti i cicli biologici.
E con quali future conseguenze nei riguardi dell'integrità
ambientale?
Forse aveva ragione mio padre.