Franco Muolo

Pubblicata sul n. 39 (luglio/agosto 2001) di

Urbanistica DOSSIER

rivista mensile monografica anno XXX, supplemento al n. 178 di Urbanistica Informazioni INU

 
("Urbanistica DOSSIER": Per un uso collettivo delle risorse idriche)

L'acqua piovana e "Le Fogge"
di Franco Muolo

A quella "antica" acqua piovana, stagnante e rimasta inutilizzata nelle vecchie cisterne urbane, argomento di grande attualità in questo periodo di siccità in Puglia, si aggiungerà quella "nuova", che prima o poi, cadendo copiosa dal cielo, andrà ad imbibire i numerosi e secchi torrenti del territorio regionale che, a loro volta, la riverseranno in mare, inservibile e compreso tutto il loro devastante carico inquinante, giacché i loro alvei non vengono più puliti da anni dalle amministrazioni comunali interessate. E' successo tante altre volte, specie lungo la fascia costiera compresa tra la zona di Torre Incina in agro di Polignano a Mare, e le località di Capitolo e Losciale in agro di Monopoli, che è costellata da splendide calette di arenili alternate a scogliere rocciose e dove sfociano le acque provenienti dal fondo di bellissime e verdeggianti lame olivetate.
Ma lungo i torrenti, troviamo una miriade di piccoli canali a cielo aperto a forma di "forbice" che alimentano altrettanto antichissime cisterne, scavate a mano e formanti "campane" nella roccia, mentre altri invasi sono coperti con volta di pietra calcarea o con conci di tufo. Per l'utilizzazione privata, qualche contadino coraggioso, ancora fiducioso nella "preziosa risorsa" mandata dal cielo, azzarda addirittura la copertura con soletta in cemento armato, perché diversamente i costi sarebbero proibitivi.
Uno stupefacente esempio di uso pubblico delle acque meteoriche, lo troviamo a Monopoli, proprio a margine della lama Belvedere, nel settore meridionale del suo percorso, subito al di fuori della città. Si tratta di un complesso edilizio denominato "Le Fogge", costituente un insieme di cisterne seminterrate comunicanti fra loro (della capacità complessiva di circa 50.000 metri cubi) che capta, con un ingegnoso sistema di canali, le acque piovane fluenti dalla contigua lama "Belvedere" e da altro vicinissimo torrente, denominato "Sette Monti". Di qui, attraverso un vecchio condotto sotterraneo, l'acqua arriva fin nel bel mezzo dei binari della locale stazione ferroviaria e che, una volta, serviva per alimentare le locomotive a vapore. L'opera, ancor oggi esistente, è perfettamente efficiente unitamente ai manufatti accessori esterni.
I viaggiatori non più giovanissimi ricorderanno che a margine dei binari delle principali stazioni ferroviarie svettava una specie di grosso tubo vagamente rassomigliante a una "giraffa", che serviva per il rifornimento d'acqua delle locomotive a vapore. Sulla stazione di Monopoli, lato sud, fa ancora mostra di sé un simile marchingegno di ghisa fusa, dotato di leva, contrappeso e volantino a croce azionante la sottostante saracinesca, sormontato da una lanterna segnaletica a luce rossa, che obbligava alla "bevuta" i treni regolarmente o a corto del "prezioso liquido". Ebbene, quel prezioso "carburante" perveniva a quella specie di distributore, quando non esisteva la rete idrica dell'Acquedotto Pugliese, dopo essere stato diligentemente raccolto, decantato e gelosamente conservato in quelle cisterne pronto per l'immediata erogazione a pressione naturale con semplici aperture di saracinesche a mano e senza fare alcun uso di pompe elettromeccaniche. Quella grande "ricchezza", una volta captata e depositata nel sottosuolo, faceva gola a tutti, anche al nemico, tanto che in tempo di guerra "Le Fogge" venivano presidiate da un plotone di soldati armati. Forse esisteranno ancora, lungo le linee ferroviarie della Puglia, altri simili complessi "captatori" di acque piovane, ma chissà che uso ne viene fatto oggi, in tempi di grande penuria d'acqua dei moderni invasi pugliesi e lucani.
Il Comitato per la salvaguardia della Lama Belvedere di Monopoli ha invitato la civica amministrazione ad attivarsi rapidamente per acquisire la proprietà - visto che la società di liquidazione (Metropolis Spa) delle proprietà immobiliari delle Ferrovie dello Stato, ha di recente messo in vendita l'intero complesso delle Fogge -, prima che qualche imprenditore dia corso a trasformazioni irreversibili, distruggendo questo grande patrimonio di sapienza costruttiva.
La tutela della lama Belvedere, oltre a porre fine allo sfruttamento edificatorio delle aree vicinissime alle scarpate del suo alveo e ad impedire definitivamente la realizzazione al suo interno di strade, ponti o viadotti, che paralizzerebbero la circolazione urbana, consentirà dunque soprattutto di salvaguardare quel complesso captatorio che da quasi un secolo tiene uniti i due torrenti in una sorta di cerniera di emungimento dell'acqua meteorica, grazie alla quale la sconsiderata mano dell'uomo non ha potuto (finora) sommergerli e cementificarli.
Tutta l'acqua che da secoli giace nelle suddette cisterne, nelle fogge pubbliche e private o negli invasi, insieme a tutta quella che scorrerà dai torrenti, non aspetta altro che tornare ad essere utilizzata, ora più che mai! Come una volta, quando, dopo aver accertato il riempimento delle cisterne e dopo aver ostruito la "forbice" con un tappo fatto di sacchi di juta arrotolati, si consentiva lo sfioramento dell'acqua superflua e la ripresa della sua corsa fino al mare. Dove, spesso, non arrivava mai.
Monopoli, 18 gennaio 2001.